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Valdinievole

Nelle foto alcuni esempi di produzione

Prebonsai
Olivi vaso 60
olivi vaso 350 litri

A Pescia ancora oggi si produce circa l’80% delle piante di olivo Italiane.

Il motivo di questo felice primato risiede sia in fattori storici sia climatici che nel corso del tempo si sono consolidati strategicamente.

Ad oggi probabilmente il fattore fondamentale di successo è la presenza di un distretto altamente specializzato che ha saputo anche esternalizzare alcune fasi del processo produttivo (es. allevamento dell’olivastro, innesto etc.) e assurgere a punto di riferimento geografico per la fornitura delle cultivar maggiormente diffuse. Non dimentichiamo che la sola italia ne conta non meno di 700.

Pescia e gli olivicoltori pesciatini si sono costruiti una fama soprattutto attraverso l’allevamento dell’olivo innestato fin dal lontano 1875. In questo modo si è garantita una produzione di qualità con piante resistenti e tenaci rispetto alle avversità ambientali.

Sebbene l’innesto rappresenti il cuore della produzione non si è rinunciato anche alla riproduzione attraverso la radicazione delle talee. In alcune aree geografiche di accoglienza esiste un gradimento per questo tipo di pianta che definiremmo interessante. Ovviamente si tratta di un metodo di riproduzione maggiormente “economico” in cui deve essere attentamente valutato l’ecosistema di destinazione delle piante soprattutto da un punto di vista climatologico;

Numerosità delle cultivar, necessità di cura ed attenzione nelle potature, frequenti re-invasamenti, monitoraggio costante rispetto ad alcune avversità parassitarie rendono difficile per il vivaista generalista avvicinarsi alla riproduzione delle piante di olivo che resta principalmente una produzione specialistica, di nicchia dove solo una scarsa “cultura” della domanda rispetto alla qualità consente la sopravvivenza di chi questo mestiere non lo svolge con costanza, passione e tenacia;

L'avvento di sistemi di fertirrigazione automatizzati e i vantaggi della gestione fuori terra hanno decretato la fine dell'olivo allevato a terra. Oggi la produzione è integralmente fuori terra con tutti i vantaggi che ne derivano: miglioramento dell'handling e della logistica in generale, garanzia attecchimento e riduzione del trauma per la pianta.

Negli ultimi dieci anni il mercato dell'olivo è cambiato molto, sia per effetto di una serie di fenomeni che hanno inciso fortemente sulla sua fisionomia:

1) Progressivo esaurimento dei contributi economici alla costituzione e rinnovo di impianti;

2) Maggiore cultura dell'Olio e delle sue qualità intrinseche;

3) Riscoperta delle cultivar autoctone;

4) Ritorno alla campagna ed amore per la natura;

  1. 5)Utilizzo ornamentale della pianta d'Olivo;

Un altro fenomeno è stato quello del recupero di una valenza ornamentale dell'Olivo, specie in regioni dove la pianta non è normalmente presente. Questo fenomeno se da un lato è positivo, dall'altro ha portato ad esasperazioni assurde come la ricerca dell'olivo secolare da impiantare in giardino come simbolo del proprio benessere.

L'espianto di Olivi secolari è dunque divenuto una pratica diffusa, poco importa se si stia estirpando una pianta di cinquecento, mille o duemila anni. L'importante è far cassa, dimentichi che si sta rischiando di uccidere un vero e proprio monumento nazionale.

Chi riceve l'olivo prende una pianta mutilata per esigenze di trasporto, una pianta costretta a soffrire la sete con ampie porzioni di legno ormai decedute. Negli anni seguenti se non secca è destinata a fare molta fatica mettendo alla luce cespuglietti insulsi per un tronco di tali vaste proporzioni. Non poche volte siamo stati contattati da proprietari delusi della scarsa vitalità e dell'incapacità di far fruttificare "il ceppo".

Da questo punto di vista il nostro augurio è che cambi un po' di cultura nella gente. Meglio crescere una piccola pianta amorevolmente che sacrificare un essere vivente di queste proporzioni sull'altare della propria vanità.

La produzione di olivi a Pescia ha visto fin dai primordi il primato dell'olivo di due anni in quanto considerato di taglia ottimale rispetto ad una molteplicità di elementi: trasportabilità, prezzo unitario, attecchimento-resistenza, precocità produttiva.

Negli anni ’70  gli olivi venivano allevati a terra ed espiantati al momento dell’ordine del cliente racchiudendo il "pane" all'interno di un involucro di paglia, con un risultato finale a "caramella".

L'allevamento a terra riduceva la problematica irrigazione ma rendeva senza dubbio "fragile" la pianta una volta espiantata, ne limitava inoltre la stagione di vendita entro il periodo di fermo biologico invernale.

olivo due anni innestato